mercoledì 31 agosto 2016

Punta Dufour (4634) - Cresta Rey

PRESENTI: Ale, Masa     


 La Montagna è fatta per tutti, non solo per gli Alpinisti:
per coloro che desiderano il riposo nella quiete come per 
coloro che cercano nella fatica un riposo ancora più forte
Guido Rey

"Meteo stabile. Condizioni delle creste in quota buone se non ottime" mi ritorna in mente la frase che ha usato il socio mentre mi proponeva di venire a provare questa logicissima linea per salire sulla vetta più alta del Monte Rosa.
Mi ritorna in mente mentre lo vedo salire: rapido, mette un friend e passa, prosegue. Conserva protetta, corda lunga ma non lunghissima. Mi sa che è lui ad essere in ottime condizioni più che le creste.
Una serata piacevole passata ad un Balmenhorn piuttosto affollato in compagnia di tre ragazzi di Brescia e di una comitiva di ungheresi.
Siamo quindi in molti a dividerci l'ossigeno già scarso dei quattromila metri e la notte passa in un dormiveglia affannato in attesa della sveglia che abbiamo puntato alle tre.
Dopo aver lasciato un sacchettone blu IKEA al colle del Lys con fornelletto, pentola e poche altre cose perdiamo un po' di tempo e soprattutto un po' di quota seguendo una traccia che porta a nord, probabilmente alla Monterosahutte.
Dal basso individuiamo l'evidente sperone della Rey e lo puntiamo in cordata gironzolando tra qualche crepaccio e un paio di grosse seraccate. 
Mentre aggiriamo l'ultimo ostacolo del ghiacciaio vediamo arrivare dalla nostra destra un paio di frontali, appena ci incrociamo ci fanno notare che abbiamo sbagliato strada e che saremmo dovuti passare dove sono passati loro, più in alto, senza perdere quota.
Mettiamo le mani sulla roccia verso le sei, dietro di noi la gigantesca nord dei Lyskamm che comincia ad illuminarsi, davanti quattrocento metri di roccia che portano sulla seconda vetta delle Alpi.
L'individuazione dell'itinerario è piuttosto semplice grazie agli abbondanti graffi di ramponi e al fatto che la via punta dritta dritta la croce di vetta senza troppe deviazioni.
Inizialmente muovono parecchie pietre ma la roccia migliora via via che si sale, la cresta passa velocemente e alle otto e mezza mangiamo uovasode in vetta.
Scendiamo lungo la normale italiana che passa su Punta Dunant prima di scendere al cosiddetto colle del Papa per poi risalire alla Zumstein.
Discesa per niente banale: lunghi tratti esposti e movimentazione complessa che ci prende praticamente lo stesso tempo della salita.
Gita di grandissima soddisfazione per itinerario, ambiente, via e compagnia.


















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