lunedì 31 agosto 2015

Arête du Diable - Mont Blanc du Tacul (4248 m)

PRESENTI: Ale, Pietro


Sul finire dell'estate l'arco alpino propone alcuni giorni di tempo stabile con lo zero termico nuovamente al di sopra dei 4000 metri: condizioni da arrampicata in quota.
Pietro riuscirebbe ad arrangiare un po'di ferie, tutto sembra consigliarci di tentare questa salita che da tempo ci incuriosisce, splendida sequenza di guglie intagliate nel granito tipico del Monte Bianco.
Siamo stati in zona, ne abbiam parlato spesso, guardato foto, ipotizzato tempistiche e studiato l'itinerario. Portiamo una mezza o due? Dove mettiamo la tenda? Stavolta andiamo davvero.

Nella tarda mattinata di venerdì saliamo con la nuova funivia verso Punta Helbronner e ci incamminiamo verso il Col Flambeux carichi come muli. Scaviamo una piazzola dove la traccia per il Cirque Maudit abbandona l'itinerario della Vallèe Blanche e montiamo la tenda. Il pomeriggio ci incamminiamo il più leggeri possibile verso la Combe Maudit per farci un'idea dell'itinerario che il giorno seguente avremmo percorso al buio.

Rientriamo alla tenda: tortellini, risotto, un po'di formaggio. Alle 19.30 entriamo nei a sacchi a pelo cullati dall'inquietante brontolio delle scariche provenienti dai dintorni.
01.00 suona la sveglia, dopo il solito trauma iniziale, scaldiamo l'acqua del tè, inzuppiamo le gocciole e verso l'una e cinquanta partiamo.

In poco più di un'ora siamo alla terminale sotto il canale SO che porta al Col du Diable, la luna piena garantisce una discreta visibilità oltre ad uno spettacolo meraviglioso.
Risaliamo il canale prima sulla sinistra alternando tratti in neve e roccia poco solida fino ad una rigola finale ghiacciata che ci fa sbucare al colle.
Una cresta piuttosto aerea, prima nevosa e poi su gradoni di roccia ci porta alla
Brèche du Diable. Mangiamo qualcosa, Pietro cerca di scaldarsi i piedi zuppi e io sottolineo più volte il fatto che sia ancora completamente buio, speravo che l'alba fosse più mattiniera.

Finalmente si inizia a scalare e con un tiro per fessure alla luce della frontale siamo in cima al Corne du Diable (4064 m), rapida doppia e siamo di nuovo alla Breche.
Iniziamo a salire la guglia successiva, subito verticale e faticosa ma poi sul filo destro della cresta diventa più semplice. Anche qui con un tiro, decisamente più lungo del precedente, ci porta in cima alla Pointe Chaubert (4074 m).
Insieme a noi in vetta arriva 
l'alba. Uno spettacolo: tutto si colora, il nostro itinerario diventa più chiaro e possiamo anche scattare qualche foto.

Con 3 calate siamo alla Breche successiva, ambiente eccezionale, uno spettacolo a 360 gradi. Dopo un primo tiro facile sosto all'inizio del grande diedro, meglio indossare le scarpette: divertente arrampicata in ottime fessure molto adatte per proteggersi, ma vista la quota e lo zaino fa soffiare. E non poco. Usciamo a destra, con un'ultima lunghezza passiamo all'interno della caratteristica "buca da lettere" e siamo in cima, a cavalcioni dell'aerea lama sommitale della Pointe Mediane (4097 m). 

Ancora una doppia e risaliamo le fessure che portano alla punta successiva, un po'di verglass ci complica le cose, ma raggiungiamo la sosta della calata. Da qui una lunghezza su lama piuttosto aerea ci porta su Pointe Carmen (4109 m).
Le ultime 2 calate ci portano alla base dell'Isolèe, vorremmo riuscire a rientrare a Courmayeur con l'ultima discesa della funivia, così aggiriamo sulla destra quest'ultima punta e procediamo per cresta e rocce rotte fino alla cima del Mont Blanc du Tacul (4248 m).

L'ambiente cambia decisamente faccia, il bianco prende il posto del granito. Sbuchiamo sulla calotta nevosa sommitale poco dopo mezzogiorno: finalmente fuori dalle difficoltà prima di ogni più rosea aspettativa.

Una breve pausa: fontina, qualcosa da bere e iniziamo a scendere dalla normale. In mezzo agli alti seracchi che caratterizzano la zona procediamo spediti, determinati a prendere l'ultima funivia di Punta Helbronner.
Percorriamo la Vallèe Blanche e ormai sfiniti risaliamo verso la tenda sotto un sole cocente, al campo sciogliamo un po'di neve per idratarci, smontiamo la tenda, ci carichiamo di tutto il materiale e con passo barcollante arriviamo al Torino alle 16.40, giusto in tempo, più felici che mai per la gita splendida e gratificante.




Alcune informazioni tecniche:

Delle tante relazione lette, la più dettagliata e precisa è senza dubbio quella di Le Montagne Divertenti. Grazie per averla condivisa. Un grazie va anche a Francesco Civra Dano, che ha attrezzato a spit tutte le calate in modo estremamente preciso ed intelligente. Purtroppo abbiamo notato che tante piastrine già muovono un po', nonostante per fortuna i dadi non girino. Eventuali ripetitori che leggeranno queste righe potrebbero fare il bel gesto di portarsi dietro una chiave del 13.

Tempi: 
01:50 partenza (poco sotto il col Flambeux, circa 3200 m)
04:20 Col du Diable (3955 m)
05:00 Brèche du Diable 
05:35 Corn du Diable (4064 m)
06:35 Pointe Chaubert (4074 m)
07:00 Brèche Médiane
08:45 Pointe Médiane (4097 m)
10:15 Pointe Carmen (4109 m)
10:45 Brèche du Diable
12:15 Cima del Tacul (4248 m)
15:15 ritorno alla tenda.



Corne du Diable

Pointe Chaubert



Carmen e Mèdiane

Sul diedro della Mèdiane
Buca da lettere


Pointe Mèdiane
Pietro sulla Pointe Mèdiane
Pointe Mèdiane




Pietro sulla Carmen

Pointe Carmen





In vetta al Tacul

lunedì 17 agosto 2015

Dent Blanche (4357 m)

PRESENTI: Ale, Maurizio.


Un'altra trasferta nel vallese, un altro monte piuttosto isolato; per andare al rifugio si sale per quasi 1900 m di dislivello, prima su terreno morenico e infine su un inizio di ghiacciaio fino alle rocce dove sorge la Cabane de la Dent Blanche, a quota 3507 m.

Cena piuttosto "dietetica" tipica di queste parti e colazione dopo il solito, h: 4.30...

Le tracce di sentiero partono subito ripide e con qualche giro di troppo, causato dal buio, raggiungiamo il breve tratto nevoso soprastante; si prosegue su facili rocce, poi neve e si giunge all'inizio della cresta che porta ai vari gendarmi che caratterizzano questo itinerario.


Troviamo circa 20 cm di neve nuova e procediamo con i ramponi, aggiriamo il gran gendarme sulla sinistra e ci riportiamo sul filo di cresta, dove un susseguirsi di gendarmi più piccoli, placche e risalti permettono di salire con divertente arrampicata, fino in cima all'ultimo gendarme. Qui riprende la cresta nevosa, e in circa mezz'ora raggiungiamo la croce di vetta! 

Ci concediamo circa 20 minuti di pausa, un po' di te freddo cioccolato e scendiamo: la parte dei vari gendarmi richiede qualche calata e si scende piuttosto lenti, incrociamo qualche cordata che scende qualcuna sta ancora salendo, e impieghiamo a scendere circa lo stesso tempo della salita! 

Al rifugio facciamo un vera pausa, a rifocillarci come si deve, per poi iniziare la lunga discesa verso valle, dove grazie a qualche nevaio nella parte alta si riesce a perdere quota più velocemente del previsto...





Alba sulla Dent d'Hèrens



























venerdì 7 agosto 2015

Trasferta Valdostana

PRESENTI: Ale, Luca.

Sembrava dovessimo fare una settimana intera, progetti sul Bianco progetti sul Rosa, alla fine ci ritroviamo con 3 giorni buoni, ma non ci possiamo certo lamentare....

Saliamo a Punta Helbronner con la nuova funivia "Skyway"in mezzo a turisti di ogni genere, alleggeriamo lo zaino al rifugio Torino e proseguiamo verso il Dente del Gigante, in un'ora e mezza circa siamo alla gengiva, dicisamente molto affollata... Aspettiamo quasi un'ora e mezza a prendere il sole insieme a dei simpatici ragazzi austriaci. 
Finalmente iniziamo a salire in coda dietro alle numerose cordate davanti a noi.. Dopo i primi 2 tiri con diverse attese cercando di non ostacolarci troppo con gli altri, arriviamo alle famose placche "burger"imbiancate di neve, l'affollamento è superiore a quanto potessimo immaginare, e dopo qualche esitazione decidiamo che è il momento di superare più gente possibile e levarci dall'ingorgo, nei 2 tiri seguenti superiamo 5 cordate, con numeri da circo e intrecci di corde usando senza pietà i canaponi, dopo l'anticima in breve raggiungiamo la madonnina di vetta. Scendiamo prima dell'arrivo di tutti, e con 4 doppie siamo dinuovo al nevaio e scendiamo verso il Rif Torino.

Cena in terrazza dove incrociamo un gruppo di genvesi con lo stesso nostro programma per il giorno seguente: sveglia alle 4 e via spediti verso il Trident du Tacul, terminale abbastanza ok, e dal canale per rocce rotte arriviamo all'attacco della Lepiney.

Per i primi 3 tiri godiamo della compagnia dello zaino, per semplificarci le cose in discesa ed evitare di passare nel canale durante le ore più calde... lasciamo il sacco ad una cengia dove parte il tiro più impegnativo e proseguiamo a salirlo, e via via i tiri seguenti, sempre vari con diedri, lame, fessure e camini, dove si riescono a mettere facilmente protezioni veloci; un'arrampicata diversa dal solito: per noi è la prima volta sui satelliti del monte bianco e scalare in questo ambiente ci esalta non poco. L'ultimo tiro è decisamente faticoso eppure è gradato solo IV+, dalla cima siamo al cospetto del versante sud-est del Bianco e dell'imponente Grand Capucin, dove vediamo diverse cordate impegnate su varie vie.... ci prendiamo la nostra pausa fontina, e iniziamo le doppie, recuperiamo gli zaini alla sosta e proseguiamo scendendo sulla verticale sotto di noi, raggiungiamo il ghiacciaio e rientriamo al Torino.

Ci rilassiamo un po' e andiamo a scoprire le varie novità della nuova struttura di Punta Helbronner, dopo un giro all'orto botanico del Pavillon scendiamo a valle, per un'ottima merenda da Pan per Focaccia, 2 vasche per negozi a Courmayeur, e ci spostiamo in Val Ferret, dove campeggiamo nello splendido campeggio di Tronchey.

Il meteo previsto per il giorno seguente non è dei migliori, così decidiamo per una via in fondo valle nei pressi del Rif  Dalmazzi, alla parete dei Titani, "Venus". Dopo qualche giro di troppo nel cercare la via arriviamo all'attacco, granito ancora differente dal giorno prima, ma roccia stupenda, purtroppo dopo metà via inizia a piovere e siamo costretti a scendere.

Un'ultima merendona ad Arnouva ed è ora di rientrare verso casa.