In un'estate proibitiva per l'alpinismo classico, finalmente un week end con una (brevissima) finestra di tempo decente. Optiamo per questo bel 4000 isolato, in una valle selvaggia che non conosciamo bene. Niente impianti di risalita, un unico piccolo rifugio alla modesta quota di 2800 metri scarsi.
Compiamo
l'avvicinamento il sabato sotto l'eterna pioggia battente che ha
caratterizzato questa estate tanto avara di anticicloni.
Colazione
alle 3 per tutti, riusciamo a partire alle 3.40 con poche cordate
davanti a noi, nottata limpida. Dal rifugio si risale la morena,
dopodiché inizia il ghiacciaio. Presto si sprofonda fin quasi al
ginocchio, ovviamente la pioggia di ieri qui era neve. Offro il cambio
davanti alla guida che ha generosamente battuto gran parte della traccia, quando ormai siamo sul pianoro, sotto l'evidente spaccatura del colle
Tiefmatten, che si raggiunge grazie a qualche catena semisepolta dalla
neve.
La cresta, diventata di fatto la via
normale di salita, è uno spettacolo a vedersi, completamente incrostata
di galaverna. Saliamo ramponi ai piedi, di conserva, proteggendo con
qualche friend dove l'esposizione si fa maggiore. Attacchiamo i pendii
sommitali ma presto necessitiamo di una pausa: l'inossidabile Fede non
mette i ramponi da un anno e scalare su roccia ghiacciata lo ha provato,
per la prima volta da quando lo conosco, psicologicamente. Le
condizioni di innevamento abbondante ci permettono di uscire senza
fatica dalle placche che portano alla crestina sommitale, dove l'esposizione
si fa sentire. Siamo in vetta che sono appena passate le 9 e il meteo si
sta già guastando verso il Rosa. Il Cervino da questa prospettiva è uno
spettacolo unico.
Scendiamo rapidi per i
il versante che abbiamo risalito. E' presto, e i morbidi pendii della
parete sud sono invitanti e non ancora resi pericolosi dal sole. Anche
la guida esita solo un attimo prima di lasciare la ovest e noi,
rassicurati, ci accodiamo. Ci diamo il cambio davanti nella neve che
smolla sempre di più, solo qualche crepaccio ci obbliga ogni tanto a
svogliate deviazioni. Guardiamo indietro alla Tiefmatten, che sta
impegnando ancora le ultime cordate. La sud intanto inizia a
brontolare.
Siamo di ritorno al rifugio che
non è ancora mezzogiorno. Birra, un boccone e via, per l'eterno rientro.
Un grazie alla cordata di Stefano (la guida), Stefano e Simone che, oltre che
battere gran parte della traccia, hanno lasciato qualche ricordo
fotografico a due sprovveduti senza macchina.
Io e Fede sui pendii sommitali |