giovedì 27 luglio 2017

Diedro Rosso - Corno Stella

PRESENTI: Ale, Patrick.

Più volte mi era capitato di leggere racconti e recensioni su questa via, di cosa erano riusciti a combinare D. Ughetto e F. Ruggeri nel 1962. Alcune vicende su protezioni, ambiente ostile e il mix di disagio potevano esser scoraggianti, ma tutte le storie a riguardo aumentavano la curiosità, pur nutrendo il dovuto timore reverenziale.

Il socio più o meno la pensa allo stesso modo, ed eccoci a salire carichi di materiale come 2 muli verso il Bivacco Varrone, presto siamo in vista di Lorousa e lato Nord del Corno Stella. 

Dopo cena, notte e colazione, siamo subito a ravanare su per i resti del Lorousa tra neve, pietrisco e rocce instabili, un bel postaccio...
ma individuiamo facilmente l'attacco, dove ci prepariamo e riempiamo con violenza il saccone da recupero che ci terrà compagnia per tutto il seguito.

Dopo i primi 5 o 6 tiri più o meno tranquilli, si cambia marcia e siamo nel diedrone, saliamo una sequenza di lame e fessure piuttosto larghe caratterizzate da guano, piume e tracce di nidi d'uccello.
I famosi "tamponi" sono dei bei pezzi da museo ma si rivelano fondamentali alla progressione. L'arrampicata è sempre piuttosto fisica e culmina nel noto tetto che superiamo con un bel circo di artificiale, picchiandoci (almeno per quanto mi riguarda) con questa enorme fessura che porta fuori dal tetto.
Un'ultima lunghezza un po' più morbida ci porta fuori, al sole sul plateau sommitale del corno, finalmente fuori dalle difficoltà, stanchi e sporchi ma contenti dell'avventura appena vissuta.

Con le doppie sulla sud, veloci e ottimamente attrezzate raggiungiamo il Rif. Bozzano, assetati ci concediamo un paio di lemon soda, e dopo una pausa ci incamminiamo verso valle, soddisfatti della gran bella giornata!