venerdì 30 giugno 2017

Petit Jorasses - Bonatti Mazeaud

PRESENTI: Ale, Pietro.

Un inizio d'estate decisamente caldo ci fa orientare verso una bella via di roccia nel gruppo del Bianco. Arrivati in Val Ferret, da Frebouze saliamo il vallone in direzione del Bivacco Gervasutti, dopo alcune ore e qualche guado a rischio bagno raggiungiamo questo curioso "rifugio", che sembra provenire dal futuro.
Decisamente il più confortevole in cui sia mai stato, (c'è pure la piastra elettrica per cucinare) dopo merenda ci dedichiamo subito alla cena, ammirando la parete che ci aspetta per il giorno dopo.

Piacevole dormita in questo "5 stelle", colazione e scendiamo sul ghiacciaio. Un po' di cinema alla terminale e intorno alle 5.30 iniziamo finalmente a scalare. 
Primi tiri subito interessanti ma si lasciano salire bene, le soste non sono il massimo, ma con un po' di fantasia, si riesce a migliorarle, dopo L4 giungiamo al famoso diedro, del quale, i primi 2 tiri sono stupendi e probabilmente anche il 3, ma la seconda parte bagnata ci costringe ad una potente "mungitura"in artificiale.

Nella parte superiore, non manca il divertimento e dopo alcune lunghezze siamo alla cengia dove la "Bonatti-Mazeaud" termina, (visto che la via originale aperta da questi 2 personaggi proseguirebbe in un tremendo colatoio verso destra); dopo aver girovagato in questa parte più facile, cerchiamo di reperire uno degli itinerari moderni per salire ancora un po', per poi raggiungere le soste di calata.
Invece che proseguire sulla consigliata "Via Manera" ci troviamo a salire 3 degli ultimi tiri di "Pantagruel" e arrivati ad una comoda sosta ci riteniamo più che soddisfatti e ci dedichiamo a mangiar qualcosa e a scattare improbabili selfie.

Da lì seguiamo le calate su soste buone, che ci portano praticamente all'attacco. Un salto al bivacco a recuperare un paio di cose, e giù verso valle aiutati da qualche simpatico nevaio. 

Ottima giornata con temperatura perfetta per scalare, in una zona dall'aria piuttosto selvaggia, e conclusione in bellezza con birra + hamburger a Courmayeur.
























mercoledì 21 giugno 2017

Stecknadelhorn (4241) e Nadelhorn (4327) via Cresta Nadelgrat


PRESENTI: Fede, Sugar + Giorgio, Mattia, Davide del CAZ

Vista l'alta pressione ormai stabile da giorni immemori, decidiamo per un'uscita in quota per provare a sfuggire al giogo di questa stagione di torrido caldo anomalo.

I programmi iniziali prevedevano uno "smarco tour" nel gruppo del Mischabel con una bella cavalcata per la Cresta Nadelgrat, attaccando dalla parete Nord del Hobarghorn.

Piani rivoluzionati all'ultimo, seguendo anche i consigli della gentile (e biondissima) rifugista del Mishabelhutte, per le condizioni da fine estate che hanno trasformato le Nord in secchi scivoli di ghiaccio. Nonostante questo, visto il lungo viaggio ed il prezzo del rifugio non proprio a buon mercato, decidiamo di smarcare almeno due 4000. 
Partenza alle 03.00 dal rifugio, per la Normale del Nadelhorn, fino a giungere circa a quota 4000 dove, con un taglio per il versante N-E, si arriva sulla cresta Nadelgrat poco prima dell'ultima rampa dello Stecknadelhorn. 
Qualche facile passaggio su roccia fino alla croce di vetta, un bicchiere di tè e riscendiamo sulla cresta verso il Nadelhorn. Decidiamo di puntare dritti e superare l'esposto Gendarme roccioso (III) visto che l'opzione di aggirarlo, per il ghiaccio affiorante, sembrava più delicata, soprattutto con un attrezzo solo. 
Ancora qualche tratto di facile arrampicata per roccette e raggiungiamo il secondo 4000 della giornata, viste mozzafiato sul Dom e sulle vette del Gruppo del Mischabel.

Nonostante l'alba sia passata da poco, il caldo è già africano e, oltre a pesare sulle nostre teste, inizia a far mollare la neve sui pendii. La sosta in vetta è decisamente breve, con una doppia acceleriamo ancora i tempi e con un buon passo scendiamo. Alle 10.30 siamo già al Rifugio, pronti per ripartire in direzione Saas-Fee, sapendo che gli ultimi 1500 metri di dislivello in discesa, con questo caldo, saranno letali. E così è stato.

Si sa che il momento migliore dell'alpinismo è togliersi gli scarponi arrivati alla macchina. Birra e panino rigorosamente dopo la Frontiera e rientro verso il mare.



Salendo al Windjoch


Nadelgrat




Stecknadelhorn


Nadelhorn