lunedì 9 marzo 2015

Bric Cassin (2636 m) - Canale Nord

PRESENTI: Ale, Masa.

Difficoltà: 4.2 E2
Esposizione: Nord

Come dice Rosano Bruno di Pratorotondo "tracciato molto logico lungo un canale che sicuramente tutti quelli che d'inverno sono saliti a Prato Ciorliero avranno almeno una volta immaginato di scenderlo con gli sci" (charamaio mai en val mairo)
E così anche noi dopo essergli passati di fronte diverse volte, oggi ci troviamo a salire questo ampio canale.

Solo salendo svela pian piano la sua articolata conformazione, sul primo troncone troviamo ottima neve fresca, che diventerà molto lavorata dal vento nella seconda parte, qui non sembra proprio di stare in un canale, tanto è largo; risaliamo  fino a scollinare ad un colletto che porta nell'ultimo pendio, dove tenendoci tutto a sinistra arriviamo sotto diversi canali stretti; ne scegliamo uno che ci sembra il più sensato e in breve sbuchiamo in un punto della lunga  e frastagliata cima.

Ci mettiamo scomodamente gli sci e scendendo ci accorgiamo di aver scelto forse non la variante più corretta, la larghezza ridotta e i sassi ci costringono a qualche funambulismo, ma i polverosi pendii sottostanti ci fanno scendere via veloce per tutto il resto dell'itinerario.


















domenica 1 marzo 2015

Malinvern (2936 m) - Couloir Dufranc

PRESENTI: Adri, Ale, Masa, Pietro.

Difficoltà: 5.1 :: E3
Esposizione: NO



Salire quel monte che ha l'onore di essere il fratello piccolo del Bianco. Salirlo (e scenderlo) per un canale che porta il nome di uno dei più grandi alpinisti di tutti i tempi. Ecco cosa ci frulla in testa da tutta la settimana. Ecco cosa non andremo a fare, visto che nè meteo nè bollettino valanghe son favorevoli. Come al solito, si fanno i conti senza l'oste.

Meteo discreto in Marittime. C'è quel canale che aveva visto Miche l'anno scorso. Il bollettino di venerdì riporta il rischio a 2 anche nel basso Piemonte. Il rinforzo eolico da ovest si incastra pure bene con l'esposizione. Però che vasca in giornata, il vallone va talmente a sud che tra un po' arriva al mare. Dormiamo fuori. Fornello e pentola li porto io, zuppette ci pensa Masa, appuntamento presto però eh. Che in montagna nessuno è mai morto per essere arrivato in rifugio troppo in anticipo. Poi siam sempre in tempo a perder tempo. E siamo anche bravi. Corda-o-non-corda, il solito dilemma di quando si va a far del ripido. Corda. Che poi non uscirà mai dallo zaino. Ma la si porta. Per ogni evenienza. E allora anche imbrago. E set piastrina, e due kevlar, e una vite, e un moschettone in più che non si sa mai. E lo zaino diventa magicamente un macigno.

Sera. Nebbia, nuvole. Nevischia pure. Sciogliamo neve e prepariamo brodo dalle 5 del pomeriggio, il Monte non si mostra, la nostra cartina arriva fino al rifugio e non oltre, la nostra relazione nomina un passo del Lupo anch'esso là da qualche parte, fuori dalla cartina. Abbiamo sentito la (gentilissima) gestrice del rifugio e abbiamo intuito che i pendii da salire son quelli là, sulla destra. Ed ecco che quasi dal nulla, alla luce della luna, il nostro ripiego si rivela improvvisamente tutt'altro che un ripiego. Il Monte è proprio quello là. Uno di quei monti che a guardarlo commenti col tuo socio che è proprio un bel Monte. Anche se non porta l'altisonante nome di Petit Mont Blanc. 

Mattina. Alle 6 sci ai piedi eh, che nessuno è mai morto per essere partito troppo in anticipo. Che poi con la traccia da battere saranno almeno due ore al conoide e altre 2 per il canale. Più almeno un'ora tra soste, circo equestre e cambi di assetto. Effettivamente, dopo un paio d'ore ci appare la linea. Lo sconosciuto signor Doufranc non è Bonatti, ma nel '73 ha scovato proprio un bel canale. Di quei canali che commenti col tuo socio che è proprio un bel canale. Lontano dai 4000 metri. Imboscato nelle Alpi Marittime. E forse proprio per questo ancora più pieno di fascino. E per una volta in anticipo sulla tabella di marcia, alle 10 sbuchiamo al sole. E visto che siamo in anticipo mi concedo un rapido salto in cima. Che alla fine tutte le volte che si va per canali dici che sei andato sul monte tal dei tali ma non è vero. Sei sbucato fuori al sole ad una selletta, un centinaio di metri più sotto, hai messo gli sci e sei sceso.

Discesa. Il canale è bello stretto, ci tocca disarrampicare la strettoia in alto. Poi si scia. Qualche curva saltata, un po' di derapage dove è troppo stretto anche per saltare. Ma la farina pressata dà sicurezza, nonostante sia un pelo lavorata dal vento e qualche accumulo accentui le contropendenze. Belle curve sul conoide e sui pendii prima di arrivar al rifugio. Riassettiamo, un boccone veloce e giù per il vallone eterno, che eterno rimane, anche in discesa.

Beffa della domenica sera a casa: una cartina, con il Malinvern in un angolino, fa la sua comparsa, là dove la tengo insieme alle altre...
Beffa del lunedì mattina davanti al pc: hanno sceso il Bonatti al Petit Mont Blanc con condizioni meravigliose ieri. 
Ma il nostro monte era proprio un bel monte.


Video 

PM















Il Couloir Dufranc in una foto di repertorio