E' tutto settembre che lo inseguiamo. E mesi che ne parliamo.
E
a questo punto si può proprio dire che siamo in gran forma. Il week end
scorso con Frenk e Michele ci siamo allenati nientepopodimeno che sulla
cresta Sella del Lyskamm orientale, con annessa traversata al Lyskamm
occidentale. Gita di ripiego causa troppa neve al Cervino (presunta).
Venerdì
notte bivacchiamo di fianco alle macchina a Cervinia, accampati come
solo noi sappiamo fare. Sabato ci accoglie una giornata fredda ma
limpida, come se ne vedono solo in autunno. Con gran calma saliamo fino
alla Carrel, senza episodi degni di nota. Impressionante il versante
svizzero del colle del Leone.
La notte a 3800 m
passa liscia per tutti. Domenica mattina sveglia relativamente tardi,
siamo fuori dalla capanna alle 5.20: meglio aspettare un po' di luce,
per evitare di perdersi! E infatti, manco a dirlo, siamo già persi,
troppo in alto sul filo della cresta, prima ancora della gran corda. Si
rende necessario attrezzare una doppia, che ci riporta sull'itinerario
di salita. Lasciamo una fettuccia per i prossimi sprovveduti. Momento di
sconforto.
Fino al pic Tyndall siamo in coda
dietro a due francesi che salgono con due mezze e tanti anelli attorno
al collo da sembrare omini Michelin. Arrampicata mai oltre il terzo
grado, procediamo di conserva, protetta dove possibile. Sulla montagna
più bella delle Alpi abbiamo per contro la roccia più marcia mai vista.
Cervinia si fa sempre più piccola, e intorno a noi il niente sempre più
niente. Un ambiente che si fa sentire. L'ombra del Monte gira sempre più sui ghiacciai svizzeri. Splendide sensazioni si fanno strada
dopo lo sconforto iniziale.
Riusciamo a
superare i francesi al famoso enjambè. Frenk tiene il passo e
acceleriamo un po' per recuperare il tempo perso. Questa volta siamo
riusciti a fargli lasciare a casa il solito zaino da 60 litri (sempre
metodicamente riempito di grandi collezioni di inutilità). Passiamo in un impeto la scala Jordan e poco dopo le 10 siamo in cima. Michele e Luca,
reduce da un'influenza, ci raggiungono dopo una mezzoretta. Foto e breve
spuntino, scendiamo rapidamente per allontanarci dalla calca e dal
ronzio dello sciame di elicotteri ed aerei, che regalano a turisti ben
paganti un surrogato dell'ebbrezza di un'ascesa.
Discesa
eterna, sono 2500 metri fino a Cervinia. Luca patisce un po' la
severità dell'ambiente, complice la stanchezza derivante dalla
convalescenza, e attrezziamo un paio di doppie nei punti più esposti.
Siamo stanchi, procediamo lenti e ci concediamo lunghe pause. Arriviamo a
Cervinia alle otto, col buio, felici come dei bambini.