Strada fino a pian del Re aperta. Partiamo da Genova presto per arrivare con calma al Falchi-Villata e andare a letto presto. Finiamo per vagare delle ore nel nebbione a cercare il bivacco nel canalone sbagliato. Piedi bagnati e disagio. Il bivacco è minuscolo, e già occupato da una coppia francese. Visto il circo messo in piedi e la quantità di neve decidiamo di mettere la sveglia un'ora prima di quanto preventivato. Alle 3 e mezza infilo gli scarponi ancora bagnati e attacco il canale, che regala ulteriore disagio: non ha rigelato. Saliamo e saliamo, nella pancia del Monte. I Francesi ci sorpassano rapidi sul facile ma ci rallentano nei pochi passaggi tecnici. Dal ghiacciaio pensile il manto è portante, dalla corda molla si va dentro fino a mezzo stinco. Uscita in cresta difficoltosa, bisogna ripulire le rocce dalla neve per poter avanzare e mettere qualche vaga protezione. Il sole che ci accompagnava dal ghiacciaio pensile sparisce e veniamo avvolti in una nube diafana e uniforme a pochi metri dalla cima. Piedi bagnati. E pure freddi ora. Disagio.
Scendiamo, lungo la
normale. Benediciamo le ciaspole che con tanta fatica abbiamo portato
fino in cima legate sullo zaino. Nonostante ciò, la neve soffocata dal
caldo pomeridiano sembra panna montata e sprofondiamo fino al ginocchio.
Mai più lasceremo gli sci a casa, ci promettiamo. E' un lungo calvario.
E i piedi son sempre bagnati. Un po' meno freddi. Rientriamo a pian del
Re quasi 15 ore dopo aver lasciato il bivacco.
Mi sono deciso a comprare dei nuovi scarponi.
Bivacco Villata. |