lunedì 4 maggio 2015

Argentera (3240 m) - Canale della Forcella

PRESENTI: Ale, Masa, Pietro.


Difficoltà: IV :: 5.3 :: E4
Esposizione: Nord


Dopo 2 week-end di canali siamo più che motivati per un’altra discesa su questo genere…


Le previsioni meteo non permettono molta scelta, la situazione migliore sembra proprio sulle montagne “di casa”: le Alpi Marittime. Vista la stagione avanzata optiamo per il massiccio che più si eleva da queste parti: l’Argentera.

Partiamo per tempo in modo da essere nel primo pomeriggio alle Terme di Valdieri, qui a frenare l’entusiasmo è la pioggia. Siamo costretti a temporeggiare qualche ora in un accogliente bar di S. Anna aspettando che il meteo evolvesse. Tutti i piani di calma e relax al sole svaniscono, partiamo decisamente dopo il previsto, dopo le 17. L’innevamento discontinuo ci costringe a qualche cambio d’assetto, a tratti riprende a piovere e tira un po’ di vento: un avvicinamento non dei più  gradevoli. Arriviamo al Rif. Bozano intorno alle ore 20. Subito ci dedichiamo a preparare la cena e fondere neve, l’ora tarda e la stanchezza ci portano qualche preoccupazione, ma dopo un’ottima tisana alla malva andiamo a dormire. 

Notte breve, té con gocciole, e poco dopo le 5 siamo fuori dal rifugio, scendiamo con gli sci fin sotto il conoide evitando di scavalcare li costone roccioso, risaliamo in pelli fin dove la pendenza lo permette, poco dopo passiamo ai ramponi e in breve siamo alla cascatella. Viste le condizioni non presenta alcun problema; proseguiamo su neve portante fino a dove il canale si allarga. Qui e nella parte superiore la neve diventa più invernale e si sprofonda, la progressione rallenta ma vista l’esposizione siamo felici di trovare neve morbida.

In meno di 4 ore siamo alla forcella tra la cima Nord e la cima Sud dell’Argentera, dopo qualche riflessione se proseguire per una delle 2 vette, ci accontentiamo del colle, insomma della parte sciistica. Ci concediamo così una pausa, sgranocchiando qualcosa e bevendo dell’ottimo brodo freddo dal pessimo aspetto.

Calziamo gli sci e subito la neve è morbida, sciabile, non delle più semplici. Proseguiamo con una serie di curve molto controllate fino alla parte larga, dove cala la pendenza. Da qui la neve è decisamente più dura, nello scivolo che porta agli isolotti è marmo e siamo costretti ad una cauta derapata picca in mano. Nel tratto accanto agli isolotti la neve è addirittura più dura di quando siamo passati in salita. Breve pausa, indossiamo di nuovo i ramponi e preferiamo disarrampicare. Giunti alla sosta sopra al cascatella attrezziamo una doppia e superiamo l’ultima difficoltà. Poco sotto mettiamo gli sci e scendiamo il conoide: dopo un primo tratto un po’ svalangato diventa uno spettacolo, su neve primaverile leggermente scaldata dal sole, dove possiamo dare sfogo a curvoni in velocità.


Proseguiamo per lingue di neve fino a riprendere il sentiero, dove a piedi raggiungiamo il Gias delle Mosche, da lì un paio di km su asfalto e misere chiazze di neve ci portano alla macchina.

Concludiamo il giro da dove era iniziato al bar di S. Anna con birra e tipica merenda piemontese.

Video 






















Brutta gente...



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