PRESENTI: Ale, Masa, Pietro.
Difficoltà: IV :: 5.3 :: E4
Esposizione: Nord
Dopo 2 week-end di canali siamo più che motivati per un’altra discesa su questo genere…
Le
previsioni meteo non permettono molta scelta, la situazione migliore
sembra proprio sulle montagne “di casa”: le Alpi Marittime. Vista la
stagione avanzata optiamo per il massiccio che più si eleva da queste
parti: l’Argentera.
Difficoltà: IV :: 5.3 :: E4
Esposizione: Nord
Dopo 2 week-end di canali siamo più che motivati per un’altra discesa su questo genere…
Partiamo
per tempo in modo da essere nel primo pomeriggio alle Terme di
Valdieri, qui a frenare l’entusiasmo è la pioggia. Siamo costretti a
temporeggiare qualche ora in un accogliente bar di S. Anna aspettando
che il meteo evolvesse. Tutti i piani di calma e relax al sole
svaniscono, partiamo decisamente dopo il previsto, dopo le 17.
L’innevamento discontinuo ci costringe a qualche cambio d’assetto, a
tratti riprende a piovere e tira un po’ di vento: un avvicinamento non
dei più gradevoli. Arriviamo al Rif. Bozano intorno alle ore 20. Subito
ci dedichiamo a preparare la cena e fondere neve, l’ora tarda e la
stanchezza ci portano qualche preoccupazione, ma dopo un’ottima tisana
alla malva andiamo a dormire.
Notte
breve, té con gocciole, e poco dopo le 5 siamo fuori dal rifugio,
scendiamo con gli sci fin sotto il conoide evitando di scavalcare li
costone roccioso, risaliamo in pelli fin dove la pendenza lo permette,
poco dopo passiamo ai ramponi e in breve siamo alla cascatella. Viste le
condizioni non presenta alcun problema; proseguiamo su neve portante
fino a dove il canale si allarga. Qui e nella parte superiore la neve
diventa più invernale e si sprofonda, la progressione rallenta ma vista
l’esposizione siamo felici di trovare neve morbida.
In
meno di 4 ore siamo alla forcella tra la cima Nord e la cima Sud
dell’Argentera, dopo qualche riflessione se proseguire per una delle 2
vette, ci accontentiamo del colle, insomma della parte sciistica. Ci
concediamo così una pausa, sgranocchiando qualcosa e bevendo dell’ottimo
brodo freddo dal pessimo aspetto.
Calziamo
gli sci e subito la neve è morbida, sciabile, non delle più semplici.
Proseguiamo con una serie di curve molto controllate fino alla parte
larga, dove cala la pendenza. Da qui la neve è decisamente più dura,
nello scivolo che porta agli isolotti è marmo e siamo costretti ad una
cauta derapata picca in mano. Nel tratto accanto agli isolotti la neve è
addirittura più dura di quando siamo passati in salita. Breve pausa,
indossiamo di nuovo i ramponi e preferiamo disarrampicare. Giunti alla
sosta sopra al cascatella attrezziamo una doppia e superiamo l’ultima
difficoltà. Poco sotto mettiamo gli sci e scendiamo il conoide: dopo un
primo tratto un po’ svalangato diventa uno spettacolo, su neve
primaverile leggermente scaldata dal sole, dove possiamo dare sfogo a
curvoni in velocità.
Proseguiamo
per lingue di neve fino a riprendere il sentiero, dove a piedi
raggiungiamo il Gias delle Mosche, da lì un paio di km su asfalto e
misere chiazze di neve ci portano alla macchina.
Concludiamo il giro da dove era iniziato al bar di S. Anna con birra e tipica merenda piemontese.
Video
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Brutta gente... |
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