giovedì 7 settembre 2017

Via Campia al Corno Stella

PRESENTI: Adri, Carlo

Da 2 anni Carlo parlava di tentare questa via che tanto aveva fatto parlare riguardo il miglioramento delle protezioni sulle vie classiche.
Una fortunata successione di eventi ci ha portato ad avere tre giorni a disposizione ed il meteo dalla nostra.
Partiti sabato con calma raggiungiamo il rif. Bozano per la prima notte. Domenica colazione in buona compagnia, con tra scalatrici genovesi condividiamo i progetti della giornata. La più esperta del gruppo ci da alcuni buoni consigli sulla via.
Raggiungiamo l’attacco della Via Campia dopo una facile, ma sprotetta, arrampicata fino alla cengia mediana dove però ci accorgiamo di essere già saliti oltre la sosta di partenza del primo tiro, allestisco quindi una sosta su un grosso spuntone. Cominciamo bene… Controllata la relazione ci dividiamo i tiri, a me toccherà il fantomatico traverso, a Carlo i tiri di grado più elevato.
Integrazioni fantasia, tra cui una fettuccia in buchino alla “Finalese” ed un friend in verticale raggiungo la S1: 4 chiodi..no 3..al quarto s’è aperto l’occhiello, non voglio sapere in quali circostanze..
Carlo mi raggiunge e prosegue sul secondo tiro dove trova un discreto numero di protezioni visto il grado da affrontare, ma la linea non è intuitiva. Circa a metà mi chiede lumi, “passo a destra o a sinistra?!”, un’occhiata alla relazione e torna in mente il consiglio a colazione, “a sinistra!” e spunta il chiodo proprio dove lo vorresti trovare.
Ora tocca al traverso, fortunatamente chiodato bene. Passo in artificiale appendendomi a chiodi con più anni di me, in libera proprio non faceva per me.. Carlo riesce a non mungere, tanto di cappello!
Segue un estetico e fisico tiro su splendida roccia che Carlo supera egregiamente fino alla caratteristica vena di quarzo.
In ultimo una cengia obliqua sale in diagonale per oltre 30m con un solo chiodo nel mezzo ci porta all’ultima sosta dove ci aspettano tre fixe nuovi di pacca, un anello di calata e due rassicuranti spezzoni di catena.
Terminiamo raggiungendo la pietrosa cima ed ammirando il paesaggio.
Una bella successione di doppie ci riporta alla cengia e poi alla base della parete.
Complessivamente un po’ lenti ma soli sulla via e quindi liberi di tenere il ritmo che ci ha permesso di procedere con dovuta cautela.
La sera in rifugio, sotto una stellata da 10 e lode, ci confrontiamo con una coppia di arrampicatori genovesi dediti in questi giorni agli ultimi ritocchi ad una nuova via sportiva alla Punta Plent, via in memoria di Valerio “Banderas”.
Ci consigliano di salire lo Sperone Gioele, anch'esso sportivo e chiodato da falesia. Proprio quello che ci vuole dopo una giornata di protezioni precarie!

Due notti al Bozano dunque rinfrancati dall'ottima cucina di Marco.

Rif. Bozano ed IL Corno
S1 e Carlo in via
Traverso con vista
La pietrosa vetta
Facce da vetta
La meritata pastasciutta

Nessun commento:

Posta un commento