PRESENTI: Adri, Carlo
Da 2 anni Carlo parlava di tentare questa via che tanto
aveva fatto parlare riguardo il miglioramento delle protezioni sulle vie
classiche.
Una fortunata successione di eventi ci ha portato ad avere
tre giorni a disposizione ed il meteo dalla nostra.
Partiti sabato con calma raggiungiamo il rif. Bozano per la
prima notte. Domenica colazione in buona compagnia, con tra scalatrici genovesi
condividiamo i progetti della giornata. La più esperta del gruppo ci da alcuni
buoni consigli sulla via.
Raggiungiamo l’attacco della Via Campia dopo una facile, ma
sprotetta, arrampicata fino alla cengia mediana dove però ci accorgiamo di
essere già saliti oltre la sosta di partenza del primo tiro, allestisco quindi
una sosta su un grosso spuntone. Cominciamo bene… Controllata la relazione ci
dividiamo i tiri, a me toccherà il fantomatico traverso, a Carlo i tiri di
grado più elevato.
Integrazioni fantasia, tra cui una fettuccia in buchino alla
“Finalese” ed un friend in verticale raggiungo la S1: 4 chiodi..no 3..al quarto
s’è aperto l’occhiello, non voglio sapere in quali circostanze..
Carlo mi raggiunge e prosegue sul secondo tiro dove trova un
discreto numero di protezioni visto il grado da affrontare, ma la linea non è
intuitiva. Circa a metà mi chiede lumi, “passo a destra o a sinistra?!”,
un’occhiata alla relazione e torna in mente il consiglio a colazione, “a
sinistra!” e spunta il chiodo proprio dove lo vorresti trovare.
Ora tocca al traverso, fortunatamente chiodato bene. Passo
in artificiale appendendomi a chiodi con più anni di me, in libera proprio non
faceva per me.. Carlo riesce a non mungere, tanto di cappello!
Segue un estetico e fisico tiro su splendida roccia che
Carlo supera egregiamente fino alla caratteristica vena di quarzo.
In ultimo una cengia obliqua sale in diagonale per oltre 30m
con un solo chiodo nel mezzo ci porta all’ultima sosta dove ci aspettano tre fixe nuovi di pacca, un anello di calata e due rassicuranti spezzoni di catena.
Terminiamo raggiungendo la pietrosa cima ed ammirando il
paesaggio.
Una bella successione di doppie ci riporta alla cengia e poi
alla base della parete.
Complessivamente un po’ lenti ma soli sulla via e quindi
liberi di tenere il ritmo che ci ha permesso di procedere con dovuta cautela.
La sera in rifugio, sotto una stellata da 10 e lode, ci
confrontiamo con una coppia di arrampicatori genovesi dediti in questi giorni
agli ultimi ritocchi ad una nuova via sportiva alla Punta Plent, via in memoria
di Valerio “Banderas”.
Ci consigliano di salire lo Sperone Gioele,
anch'esso sportivo e chiodato da falesia. Proprio quello che ci vuole dopo una
giornata di protezioni precarie!
Due notti al Bozano dunque rinfrancati dall'ottima cucina di
Marco.
Rif. Bozano ed IL Corno |
S1 e Carlo in via |
Traverso con vista |
La pietrosa vetta |
Facce da vetta |
La meritata pastasciutta |
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