martedì 17 novembre 2015

Aiguille du Chardonnet (3824 m) - Sperone Migot

PRESENTI: Ale, Frank, Luca, Masa.


La neve questo autunno si fa proprio desiderare, l'alta pressione ci concede ancora giorni di tempo stabile, la voglia di andare per monti di certo non manca, e con grande entusiasmo carichiamo la multipla alla volta di Chamonix...

Da Le Tour risaliamo la sterrata lungo le piste da sci, ancora in veste estiva, dopo quasi 3 ore siamo allo splendido balcone del rifugio Alberto I con vista su l'Aiguille du Chardonnet. 
Il rifugio è decisamente più affollato di quanto potessimo immaginare e recuperiamo circa un letto e mezzo da condividere in 4 per passare la notte. Ci dedichiamo presto alla cena in compagnia di Giulia e Marco, stupiti della nostra quantità di provviste degna di un pic-nic da famiglie sui prati... ma con il cibo è sempre meglio abbondare...

Dopo la notte nello stretto, sveglia alle solite ore improbabili e poco prima delle 4 partiamo sul ghiacciaio. Presto ci rendiamo conto di aver fatto il giro lungo, la traccia di rientro: un complesso labirinto tra i crepacci, che nel buio più totale da una sensazione di vagabondaggio casuale.
Nei pressi dell'attacco ancora niente luce, dopo uno scambio di pareri con altre cordate sulla via più corretta superiamo la terminale e proseguiamo. Qualche passaggio tecnico, forse per scelta di linea forse per poca neve, si rivela più ostico del previsto e ci rallenta un po'.
Il resto della salita è molto bello e vario alternando neve, un po' di ghiaccio e qualche passo di misto, fino ai pendii sommitali che portano finalmente in vetta.

Purtroppo il panorama è fatto al 90% da nebbia e iniziamo subito la discesa per la cresta NW, all'ultimo risalto sono necessarie un paio di doppie, che puntualmente si incastrano entrambe, regalando momenti di circo e ulteriori perdite di tempo, che aggiunte alla nostra lentezza ci fanno arrivare al rifugio all'imbrunire.
La quantità di neve e la gita scelta hanno caratteristiche estive ma le giornate hanno già una durata spiccatamente invernale.

Pausa in rifugio a riassettare zaini e stomaci e prendiamo il ripido sentiero verso Le Tour alla luce delle frontali.

Splendida via ingaggiante ed estetica.
Partiti da una Chamonix bella e inconsueta nei suoi colori autunnali, arrivati ad una guglia fredda e in buone condizioni seguendo un itinerario che alterna ambienti, visioni e terreni sempre differenti.



















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