Vi abbiamo mai rotto le scatole con la nostra vita privata? No, mai.
Bene, stavolta facciamo un'eccezione perché la notizia è importante.
Il giorno 30 maggio, in tarda serata, P. è diventato papà!
E' nata una bimba, Bianca, come la neve, quattro chili e cento grammi.
Il pesto nel sacco al completo dà il benvenuto alla piccola.
domenica 31 maggio 2015
mercoledì 20 maggio 2015
Monviso (3841 m) - Parete Sud
PRESENTI: Ale, Masa.
Difficoltà: II :: 5.3 :: E3
Esposizione: Sud
Raggiungendo le valli cuneesi, per fare scialpinismo, percorrendo la pianura con alle spalle Mondovì, non si può fare a meno di notare il Monviso svettare sui suoi vicini. Spesso con la nostra ripetitività commentiamo: "Ma quanto è bello il Monviso!" "dovremmo andarci in cima prima o poi"
L'idea di farlo con gli sci è sicuramente la più allettante: la stagione è quella giusta, qualcuno lo ha già sciato di recente e una telefonata in valle ci conferma le buone condizioni.
Parcheggiamo a Pian della Regina in un pomeriggio dall'aria estiva, prati verdi e già ben fioriti, e noi sullo zaino anche stavolta abbiamo gli sci. Verso quota 2200 inizia la prima neve e possiamo procedere con le pelli, la neve marcia non aiuta l'andatura ma arriviamo al rifugio Sella in tempo per l'aperitivo.
Condividiamo la serata in compagnia di tre simpatici ragazzi di Prali, in giro per canali da scendere in tavola, scambio di idee su detti e abitudini genovesi e torinesi, ma cerchiamo di andare a dormire il prima possibile.
Partenza per le 4, giriamo attorno al lago, iniziamo a salire il conoide e il successivo canale Barracco, la neve è abbastanza portante e alle 5 e mezza siamo al colletto... scendiamo sul versante opposto dove passa la via normale estiva e qui ci concediamo un pausa.
Proseguiamo risalendo il pendio che passa dal bivacco Andreotti, siamo fortunati e troviamo resti di una vecchia traccia che ci aiutano sia nella progressione che nell'individuazione, non banale, dell'itinerario.
Seguendo qualche bollo giallo sulle rocce tagliamo nettamente a sinistra percorrendo un traverso molto esposto, che sbuca al sole, per poi proseguire su un divertente susseguirsi di pendii canalini e crestine che rendono complesso e mai monotono l'itinerario. Salendo la nostra andatura rallenta notevolmente, a tratti la neve comincia a mollare un po' e arriviamo al passaggio dei Fornelli, piuttosto secco. Successivamente tagliamo a sinistra verso la base del canale finale che sbuca tra le due vette, dal colletto in pochi passi siamo alla croce di vetta!
Siamo più stanchi del previsto, nell'ultimo tratto abbiamo tenuto un'andatura imbarazzante, ma la neve era giusto che mollasse un po'... Mangiamo qualcosa un po' di brodo freddo e ci prepariamo subito alla discesa visto che le nuvole stanno avanzando rapidamente, ci gustiamo il momento di poter calzare gli sci proprio dalla vetta del Monviso, e iniziamo a scendere il canale. La neve ha mollato il giusto e si lascia sciare senza difficoltà, in breve siamo ai fornelli, dove siamo costretti a togliere gli sci e disarrampicare per l'assenza di neve (dopotutto gli sci nello zaino li avevam tenuti poco) subito sotto riprendiamo a sciare, la visibilità va e viene ma seguiamo le nostre peste di salita, qualche passaggio obbligato qualche pendio ampio ma su neve sempre buona, discesa sempre più variegata fino a prendere l'ampio pendio sulla destra che, aggirando il pendio dell'Andreotti, ci porta nel concone alla base.
Risalire al colletto Barracco sono 100 metri scarsi ma ci decidiamo ad affrontarli solo dopo una comoda pausa distesi nella neve, dal colletto neve marcia per tutto il canale che scorre verso valle sotto le nostre curve: sembra di sciare su un fiume. Giungiamo al conoide totalmente nella nebbia che complica leggermente l'individuazione della direzione corretta per Pian della Regina.
Ancora qualche curva tra pendii e roccette prima di caricare gli sci nuovamente sullo zaino e avviarci a piedi verso il basso.
La giornata si conclude con l'incontro casuale di un nostro "amico" valligiano che andava a pesca col figlio: due chiacchere, considerazioni sulla salita, strette di mano e un arrivederci alle condizioni estive.
Video
Difficoltà: II :: 5.3 :: E3
Esposizione: Sud
Raggiungendo le valli cuneesi, per fare scialpinismo, percorrendo la pianura con alle spalle Mondovì, non si può fare a meno di notare il Monviso svettare sui suoi vicini. Spesso con la nostra ripetitività commentiamo: "Ma quanto è bello il Monviso!" "dovremmo andarci in cima prima o poi"
L'idea di farlo con gli sci è sicuramente la più allettante: la stagione è quella giusta, qualcuno lo ha già sciato di recente e una telefonata in valle ci conferma le buone condizioni.
Parcheggiamo a Pian della Regina in un pomeriggio dall'aria estiva, prati verdi e già ben fioriti, e noi sullo zaino anche stavolta abbiamo gli sci. Verso quota 2200 inizia la prima neve e possiamo procedere con le pelli, la neve marcia non aiuta l'andatura ma arriviamo al rifugio Sella in tempo per l'aperitivo.
Condividiamo la serata in compagnia di tre simpatici ragazzi di Prali, in giro per canali da scendere in tavola, scambio di idee su detti e abitudini genovesi e torinesi, ma cerchiamo di andare a dormire il prima possibile.
Partenza per le 4, giriamo attorno al lago, iniziamo a salire il conoide e il successivo canale Barracco, la neve è abbastanza portante e alle 5 e mezza siamo al colletto... scendiamo sul versante opposto dove passa la via normale estiva e qui ci concediamo un pausa.
Proseguiamo risalendo il pendio che passa dal bivacco Andreotti, siamo fortunati e troviamo resti di una vecchia traccia che ci aiutano sia nella progressione che nell'individuazione, non banale, dell'itinerario.
Seguendo qualche bollo giallo sulle rocce tagliamo nettamente a sinistra percorrendo un traverso molto esposto, che sbuca al sole, per poi proseguire su un divertente susseguirsi di pendii canalini e crestine che rendono complesso e mai monotono l'itinerario. Salendo la nostra andatura rallenta notevolmente, a tratti la neve comincia a mollare un po' e arriviamo al passaggio dei Fornelli, piuttosto secco. Successivamente tagliamo a sinistra verso la base del canale finale che sbuca tra le due vette, dal colletto in pochi passi siamo alla croce di vetta!
Siamo più stanchi del previsto, nell'ultimo tratto abbiamo tenuto un'andatura imbarazzante, ma la neve era giusto che mollasse un po'... Mangiamo qualcosa un po' di brodo freddo e ci prepariamo subito alla discesa visto che le nuvole stanno avanzando rapidamente, ci gustiamo il momento di poter calzare gli sci proprio dalla vetta del Monviso, e iniziamo a scendere il canale. La neve ha mollato il giusto e si lascia sciare senza difficoltà, in breve siamo ai fornelli, dove siamo costretti a togliere gli sci e disarrampicare per l'assenza di neve (dopotutto gli sci nello zaino li avevam tenuti poco) subito sotto riprendiamo a sciare, la visibilità va e viene ma seguiamo le nostre peste di salita, qualche passaggio obbligato qualche pendio ampio ma su neve sempre buona, discesa sempre più variegata fino a prendere l'ampio pendio sulla destra che, aggirando il pendio dell'Andreotti, ci porta nel concone alla base.
Risalire al colletto Barracco sono 100 metri scarsi ma ci decidiamo ad affrontarli solo dopo una comoda pausa distesi nella neve, dal colletto neve marcia per tutto il canale che scorre verso valle sotto le nostre curve: sembra di sciare su un fiume. Giungiamo al conoide totalmente nella nebbia che complica leggermente l'individuazione della direzione corretta per Pian della Regina.
Ancora qualche curva tra pendii e roccette prima di caricare gli sci nuovamente sullo zaino e avviarci a piedi verso il basso.
La giornata si conclude con l'incontro casuale di un nostro "amico" valligiano che andava a pesca col figlio: due chiacchere, considerazioni sulla salita, strette di mano e un arrivederci alle condizioni estive.
Video
lunedì 4 maggio 2015
Argentera (3240 m) - Canale della Forcella
PRESENTI: Ale, Masa, Pietro.
Difficoltà: IV :: 5.3 :: E4
Esposizione: Nord
Dopo 2 week-end di canali siamo più che motivati per un’altra discesa su questo genere…
Le
previsioni meteo non permettono molta scelta, la situazione migliore
sembra proprio sulle montagne “di casa”: le Alpi Marittime. Vista la
stagione avanzata optiamo per il massiccio che più si eleva da queste
parti: l’Argentera.
Difficoltà: IV :: 5.3 :: E4
Esposizione: Nord
Dopo 2 week-end di canali siamo più che motivati per un’altra discesa su questo genere…
Partiamo
per tempo in modo da essere nel primo pomeriggio alle Terme di
Valdieri, qui a frenare l’entusiasmo è la pioggia. Siamo costretti a
temporeggiare qualche ora in un accogliente bar di S. Anna aspettando
che il meteo evolvesse. Tutti i piani di calma e relax al sole
svaniscono, partiamo decisamente dopo il previsto, dopo le 17.
L’innevamento discontinuo ci costringe a qualche cambio d’assetto, a
tratti riprende a piovere e tira un po’ di vento: un avvicinamento non
dei più gradevoli. Arriviamo al Rif. Bozano intorno alle ore 20. Subito
ci dedichiamo a preparare la cena e fondere neve, l’ora tarda e la
stanchezza ci portano qualche preoccupazione, ma dopo un’ottima tisana
alla malva andiamo a dormire.
Notte
breve, té con gocciole, e poco dopo le 5 siamo fuori dal rifugio,
scendiamo con gli sci fin sotto il conoide evitando di scavalcare li
costone roccioso, risaliamo in pelli fin dove la pendenza lo permette,
poco dopo passiamo ai ramponi e in breve siamo alla cascatella. Viste le
condizioni non presenta alcun problema; proseguiamo su neve portante
fino a dove il canale si allarga. Qui e nella parte superiore la neve
diventa più invernale e si sprofonda, la progressione rallenta ma vista
l’esposizione siamo felici di trovare neve morbida.
In
meno di 4 ore siamo alla forcella tra la cima Nord e la cima Sud
dell’Argentera, dopo qualche riflessione se proseguire per una delle 2
vette, ci accontentiamo del colle, insomma della parte sciistica. Ci
concediamo così una pausa, sgranocchiando qualcosa e bevendo dell’ottimo
brodo freddo dal pessimo aspetto.
Calziamo
gli sci e subito la neve è morbida, sciabile, non delle più semplici.
Proseguiamo con una serie di curve molto controllate fino alla parte
larga, dove cala la pendenza. Da qui la neve è decisamente più dura,
nello scivolo che porta agli isolotti è marmo e siamo costretti ad una
cauta derapata picca in mano. Nel tratto accanto agli isolotti la neve è
addirittura più dura di quando siamo passati in salita. Breve pausa,
indossiamo di nuovo i ramponi e preferiamo disarrampicare. Giunti alla
sosta sopra al cascatella attrezziamo una doppia e superiamo l’ultima
difficoltà. Poco sotto mettiamo gli sci e scendiamo il conoide: dopo un
primo tratto un po’ svalangato diventa uno spettacolo, su neve
primaverile leggermente scaldata dal sole, dove possiamo dare sfogo a
curvoni in velocità.
Proseguiamo
per lingue di neve fino a riprendere il sentiero, dove a piedi
raggiungiamo il Gias delle Mosche, da lì un paio di km su asfalto e
misere chiazze di neve ci portano alla macchina.
Concludiamo il giro da dove era iniziato al bar di S. Anna con birra e tipica merenda piemontese.
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